domenica 2 dicembre 2012

IL MARTIRIO DI SANT'ORSOLA

Cammino per via Toledo in Napoli in compagnia della mia amica scrittrice di romanzi d'amore Ilaria Mazzeo e io guardo in strada i bancarielli e lei invece vede un cartello di una mostra di un dipinto di un quadro antico e senza nemmeno sentire ragioni mi dice che vuole vedere questo quadro di Caravaggio che è esposto. Io la voglia di pagare un biglietto per vedere un quadro di Caravaggio non ce l'ho, pure se Caravaggio mi piace assai. Caravaggio spacca. Ma comunque avrei preferito spendere i soldi in dvd dell'ispettore Lucarelli. Ma tant'è che dopo dodici secondi entriamo nel palazzo che è di proprietà di Banca Intesa. 
Il palazzo è il palazzo Zevallos Stigliano a tre piani antico della madonna e il guardiano all'ingresso sforzandosi di parlare in italiano ci descrive quello che vedremo all'interno della mostra per soli quattro euro. Ok, quattro euro ce li avrei spesi per questo Caravaggio. Ma la mia amica insiste che vuole pagare lei e io non insisto e mi faccio pagare l'ingresso da vero gentiluomo. Entriamo e il quadro è bello. Grande bello. Ha pure la cornice dorata. È “Il martirio di sant'Orsola” che è l'ultimo dipinto di caravaggio. Ma non come quando esce un libro o un cd oggi che dicono l'ultimo libro di Bruno Vespa o l'ultimo libro di Forattini e poi a ogni Natale ne esce uno nuovo. No, questo era proprio l'ultimo dipinto del Caravaggio perché poi è morto ucciso, che come sapete il Caravaggio era una bravissima persona ma soffriva di disturbi bipolari: un giorno era buono e un giorno era malamente. 
Ma in pratica cosa si vede in questo benedetto quadro? C'è questa sant'Orsola che viene trafitta da un vecchio che sembra Teomondo Scrofalo in armatura. “Bello, però le mani della martire fanno schifo” dico a gran voce nella sala vuota. In effetti le mani sono grige e gonfie, fatte proprio male. Questo Caravaggio non c'aveva proprio voglia di farle. Già la santa sta morendo, in più non le fai nemmeno le mani! Boh. Comunque Caravaggio è sempre Caravaggio non gli si può dir nulla, anche perché è morto.
Poi ci stanno degli altri dipinti d'inizio ottocento di tale Anton Smink Pitloo che sembrano le cartoline di Napoli che si vendono nei vicoli, niente di che insomma. Sembrano i disegni che stanno pure sui piatti di porcellana di mia nonna. Poi nell'altra stanza ci stanno due serigrafie di Andy Warhol che raffigurano il Vesuvio che erutta. Niente di che. Disegna meglio mio cugino di dodici anni. Ma anche Warhol voleva i suoi 15 minuti di celebrità a Napoli e ci è riuscito. 
Poi nell'altra stanza ci sta un video di Mario Martone che fa vedere il Caravaggio in spiaggia a Baia Domizia probabilmente. Un bel video, anche se sulla spiaggia si vedono i rifiuti e si nota una bottiglia di Coca-Cola. Insomma le solite cose all'italiana, fatte un po' alla carlona. 
Prima di andare via ritorniamo dal nostro amico Caravaggio, anche perché ci sta una comoda poltrona davanti al quadro. La poltrona è bella, marrone classico, lunga che ti puoi sedere comodamente anche stendendo le braccia per star dritto sulla schiena. La consistenza soffice del tessuto non infastidisce mentre state seduti a guardando il dipinto. L'aria condizionata è alla giusta temperatura e anche i bagni della struttura sono puliti puliti. Volendo se vi scappa l'atto grosso potete pure farlo. Ah, non si possono fare le foto ai dipinti, se vi beccano che fate la foto vi buttano la macchinetta fotografica.
Una bella mostra, andateci. Che Banca Intesa è contenta. E pure De Magistris. E pure un po' Caravaggio. E pure il guardiano all'ingresso.
 
PS: Ilaria all'uscita gli chiede: “Ma ci sono stati molti visitatori?” e il guardiano risponde che purtroppo a causa della pioggia la gente fatica a venire ma il resto dei giorni di visitatori ce ne sono stati parecchi. Poi però dice che quello è il secondo giorno che lui lavora lì e gli altri giorni non sa come erano andate le visite, ma da quando c'è lui noi eravamo tipo gli ottavi visitatori che entravano, però ci sono stati un sacco di visitatori. Ma lui non lo sa perché sta lì solo da due giorni. E allora usciamo dal palazzo e riprendiamo la passeggiata per via Toledo.

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